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ROVERE'

Ancora 1

Roverè Veronese deriva dal latino robur, che vuol dire rovere. E’ un comune che si colloca sulla dorsale a cavallo tra la Val Squaranto e la Val d’Illasi, a 843 metri di altitudine. Si trova quasi al centro dell’altopiano lessinico. Conta più di 2 mila abitanti.


È racchiuso a nord e a ovest dai comuni di Bosco Chiesanuova, Cerro Veronese e Grezzana, a nord-est da Selva di Progno, a est da Velo Veronese, a sud-est da San Mauro di Saline e, infine, a sud, da Verona (per la precisione dalle frazioni di Montorio e Mizzole).


Il territorio comunale raggiunge un'altezza di 1500 metri di altitudine. Il comune comprende 4 frazioni: Roveré (capoluogo), San Rocco di Piegara, San Francesco e San Vitale in Arco.
Il territorio è carsico. Numerose sono le grotte e le cavità naturali, come la grotta del Capriolo a Roveré 1000. L'inizio di Roveré affonda nella preistoria. Il paese sorge su un villaggio del Neolitico con tracce di insediamenti più antichi. Su tutto il territorio comunale sono stati ritrovati  castellieri dell'età della pietra. È la prima zona dove si insediarono i cimbri nel veronese.


Roverè fa parte degli antichi Tredici Comuni. I Tredici Comuni assunsero una propria identità a partire dalla fine del Duecento, quando la zona venne raggiunta da un gruppo di coloni di origine bavarese e tirolese affine a quello che già da qualche decennio si stava riversando sull’altopiano di Asiago. Si venne quindi a formare una piccola "oasi" germanica con lingua cimbra e usanze divergenti rispetto al predominante elemento latino.

 

Dal 1326 grazie a Cangrande della Scala, i Tredici Comuni ebbero il privilegio di organizzarsi con larga autonomia ma che vennero meno con la caduta della Repubblica di Venezia.  Nel frattempo si assistette alla rapida regressione della lingua cimbra, iniziata invero già alla fine del 600. Se alla fine del XVIII secolo era ancora parlata nella gran parte dell'attuale comune di Selva di Progno e in alcune contrade di Velo e Roverè, all'inizio del Novecento si limitava alla sola Giazza e a una minoranza di selvaprognesi. Attualmente il cimbro dei Tredici Comuni è parlato solo da una ventina di anziani di Giazza e da circa quaranta emigranti.

Fonte Wikipedia.it

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